Luca Pellegrini: l'importanza di un mancino sulla corsia sinistra

Ieri sera Luca Pellegrini ha dimostrato ai tifosi della Lazio, e forse anche a Maurizio Sarri, l'importanza di un giocatore mancino nel ruolo di difensore esterno sinistro. La partita di ieri è stata soltanto la sua seconda presenza da titolare in stagione, dopo l'occasione in Champions League contro l'Atletico Madrid in cui però è stato costretto ad uscire dopo appena 25 minuti di gioco a causa di un infortunio; quarta in totale con l'aquila sul petto, se vogliamo considerare le due volte in cui è partito dal primo minuto anche la scorsa stagione (una in campionato e una in CL).
Nonostante si tratti dell'unico difensore esterno, nell'organico biancoceleste, con il sinistro come piede dominante, nella maggior parte dei casi il ruolo di laterale a sinistra è stato ricoperto da Marusic o Hysaj, costretti a giocare a piede invertito essendo entrambi destri naturali. Negli ultimi anni il calcio è cambiato molto e vedere giocatori a piede invertito anche nei ruoli difensivi non stupisce più di tanto, anzi, spesso viene visto come una rivoluzione tattica che garantisce imprevedibilità e soluzioni alternative alla classica sovrapposizione sulla corsia esterna. Ce lo hanno dimostrato Zinchenko nell'Arsenal di Arteta, e prima di lui Cancelo nel Mancester City di Pep Guardiola: giocatori dotati di una tecnica individuale e di qualità tattiche uniche nel loro genere, capaci di rivoluzionare il proprio ruolo e garantire spunti tattici unici.
Non sempre però la rivoluzione e l'innovazione tattica portano ai risultati sperati, e spesso affidarsi alle certezze risulta più funzionale e prolifico di tante altre soluzioni. Ieri Luca Pellegrini ci ha dimostrato quanto possa essere importante avere un mancino sulla corsia sinistra, e sono bastati pochi minuti di gioco perché fosse evidente a tutti quanti. Al quinto minuto di Lazio-Genoa Pellegrini recupera palla nella trequarti offensiva intercettando un pallone diretto ad Hefti, bastano due tocchi in allungo per raggiungere l'altezza del dischetto e poi intelligentemente servire un pallone in diagonale per Guendouzi, prendendo in controtempo ben cinque giocatori del Genoa e lasciando il numero 8 biancoceleste libero di piazzare all'angolino un tiro che risulterà poi decisivo per il passaggio ai quarti di Coppa Italia.
La partita del difensore scuola Roma e di proprietà della Juventus è poi proseguita su buoni livelli: Luca ha svolto, a livello statistico, una prestazione di qualità, con oltre il 90% dei passaggi riusciti, il 100% dei cross accurati e 5 intercetti. Vero, i numeri sono soltanto numeri, ma vanno sottolineati dal momento in cui per lui si tratta della prima volta con la maglia della Lazio in cui ha mantenuto percentuali così alte. Con questo non vogliamo dire che il numero 3 abbia svolto una gara memorabile o priva di errori: ha dimostrato comunque alcuni limiti tattici in fase difensiva come l'eccesso di aggressività, a volte si è mostrato ancora troppo timido nelle sovrapposizioni e nella tipologia di trasmissione. Ma allo stesso tempo ha evidenziato le sue qualità nel pressing, buona facilità di corsa ed attenzione nell'anticipo e nell'intercetto.
Quello che non deve passare sotto traccia dalla prestazione di ieri sono stati i tempi di gioco di Pellegrini, non dovendo forzare la giocata con il piede debole, o potendo privarsi di quel tocco in più per portarsi il pallone sul destro, Luca ha garantito fluidità e rapidità a tutta la manovra della Lazio, sia in fase di transizione che di finalizzazione. La rete dell'1-0 è stata possibile soltanto grazie ai 3 tocchi effettuati dal numero 3, uno per l'intercetto, uno per la conduzione ed uno per la rifinitura. Questo assist che ha dimostrato la facilità di visione e calcio dal momento in cui i tocchi ed i tempi di gioco sono stati ridotti al minimo per poter avere un vantaggio considerevole sull'avversario e poter prendere tutti controtempo.
Noi de La Giovane Italia conosciamo Luca da anni ormai, e l'abbiamo seguito in tutto il suo percorso all'interno del settore giovanile della Roma. Non a caso è stato inserito in ben 5 edizioni consecutive dell'Almanacco LGI, da quando aveva 15 anni (2014) fino a quando non è più rientrato nei "migliori under 19 italiani" per semplici questioni anagrafiche (2018). Non ci resta quindi che sperare che la prestazione di ieri contro il Genoa possa essere soltanto la prima di molte maglie da titolare, e che Sarri possa finalmente aver trovato quel laterale sinistro che da anni continua a cercare.