Pietro Arnaboldi non è un capitano qualunque

Nell’ultima partita di campionato, il Milan di mister Baldo vince in trasferta (1-3) contro un determinatissimo Como. Prova di forza per i rossoneri che schierano il solito 4-2-3-1 capitanati da un incredibile Pietro Arnaboldi. Il gol subito arriva da calcio d’angolo: Papaccioli effettua un tiro-cross dalla bandierina che finisce sul secondo palo, piccola svista dell’estremo difensore e il pallone termina in rete nei primi minuti di gara.
Quasi unica volta che i comaschi diventano pericolosi negli 80 minuti: la coppia Arnaboldi-Cullotta annulla quasi totalmente il duo offensivo degli avversari. Imponente la presenza del capitano numero 4, fondamentale non solo in fase difensiva, ma soprattutto in quella di possesso e costruzione, fattore non comune in quanto centrale di difesa. In fase di impostazione è quasi sempre lui la prima scelta, l’allenatore e i compagni sono consapevoli delle sue capacità tecniche e cercano più volte anche il passaggio indietro in caso di difficoltà. Molto preciso coi piedi, non si fa problemi a cercare la profondità innescando i quattro pericolosissimi davanti: Valenta, Pisati, Lupo e La Mantia. Non a caso il primo gol nasce da un suo lancio, che trova perfettamente i piedi del numero 10, autore dell’assist per il pareggio.
Ciò che colpisce è la sua calma in fase di possesso, si percepisce che è a conoscenza dei suoi ottimi mezzi, i tempismi di gioco sono ciò che fa di lui un vero leader, si muove e gioca completamente in sintonia con la squadra. Parla tanto in campo, comanda e dirige la difesa: non un capitano qualunque.