Vastogirardi: il DS Cangi e l’U19 nel paese di 600 abitanti

08.01.2022 11:00 di Diego DAvanzo   vedi letture

Il Vastogirardi è la squadra di un piccolo comune molisano a 1200 metri di altitudine in provincia di Isernia. La società sta disputando il terzo anno consecutivo in Serie D e a raccontarci la visione sui giovani del club è Francesco Cangi: Direttore Sportivo da tre anni, in organico da luglio 2021 e con 15 stagioni da calciatore alle spalle.

La città di Vastogirardi ha un numero esiguo di abitanti ma la squadra è in Serie D. Ci si è arrivati con tanti giocatori locali… come si fa a gestire la crescita dei talenti in un territorio così piccolo?
"Il paesino della nostra squadra ha circa 600 abitanti ma il nostro progetto ci ha portato a creare attrattiva nei giovani della zona e, arrivando in Serie D, ci siamo ampliati senza mettere da parte il nostro territorio. In Prima Squadra abbiamo cinque calciatori che sono passati dalla nostra Juniores Nazionale che rappresenta la nostra unica categoria giovanile, alla quale però diamo molta importanza: sia nei risultati di campo sia nel passaggio dei giocatori tra i “grandi.”.

Una crescita di questo tipo avrà creato una mentalità coesa che si è mantenuta anche con il salto di categoria…
"Ovviamente abbiamo iniziato a guardare e fare scouting in tutta Italia com’è giusto che faccia una società di Serie D. Al contempo la grande presenza di giovani e di qualche calciatore più esperto ha fatto sì che l’alchimia del gruppo fosse ottima: vedere dei ragazzi giovani che si contendono tra loro la maglia da titolare li sprona ulteriormente; in aggiunta grazie ai consigli dei più adulti non si creano risentimenti nello spogliatoio.".

Avere solo la Juniores Nazionale significa fare scout continuo e assemblare sempre gruppi nuovi. Come si deve lavorare per rendere efficiente una situazione così particolare?
"Il lavoro va fatto con grande anticipo rispetto a chi ha un intero settore giovanile ma, tra le difficoltà, abbiamo un vantaggio: in zona siamo gli unici ad avere l’U19 in Serie D. Il Campobasso difatti milita in Serie C mentre l’Isernia gioca in Eccellenza. Ovviamente le dimensioni del territorio ci condizionano ed è comprensibile che i risultati vadano a periodi, quest’anno comunque siamo 1° in classifica e diversi ragazzi classe 2003/2004 si allenano stabilmente in Prima Squadra.".

Avete in programma di affiliarvi a club più importanti oppure di iniziare a collaborare stabilmente con delle scuole calcio?
"La Prima Squadra ha un rapporto di fiducia con società professionistiche come il Francavilla, il Bari ed altre formazioni. Loro ci inviano dei ragazzi dal 2002 al 2004 che meritano di fare esperienza e cerchiamo di valorizzarli, come proviamo a fare anche con la nostra Juniores Nazionale.
Per quanto riguarda le Scuole Calcio del territorio, abbiamo un ottimo rapporto con diverse realtà e le riteniamo importanti per riuscire a raggiungere un certo livello di qualità nella nostra sezione giovanile.".

Se potessi introdurre una regola che ancora non esiste nei settori giovanili, quale sarebbe?
Vorrei imporre un numero minimo di persone ufficialmente qualificate in tutte le categorie del calcio italiano. Ovviamente, pensando a dei criteri che non risultino impossibili da rispettare per le società con poco budget a disposizione.
In questo modo si darebbero direttive chiare anche a quelle società più disorganizzate, offrendo una possibilità anche ai ragazzi che vivono in zone meno “ricche” o preparate.
Per i ragazzi infatti sono dannose le figure che s’improvvisano un giorno allenatori e preparatori atletici quello dopo, anche nei posti più piccoli serve un minimo di professionalità.".