La strada per diventare scoutista LGI: la tappa di Parma

Il pensiero di un nostro corsista del Workshop in occasione della tappa di Parma, club che ci ha ospitato gli scorsi 29 e 30 aprile
09.05.2022 15:00 di Rosario Buccarella   vedi letture
La strada per diventare scoutista LGI: la tappa di Parma

Non si diventa giornalisti  e scout da un giorno all’altro, per questo motivo ho deciso di muovere i miei primi passi per diventare Scoutista a Parma, nel workshop organizzato dal La Giovane Italia nelle giornate di Venerdì 29 e Sabato 30 Aprile.

Ospitati dal Parma Calcio all’interno del centro sportivo Collecchio, io e altri 3 colleghi, provenienti da diverse parti d’ Italia, abbiamo avuto modo di confrontarci con la realtà che ci ospitava e con gli organizzatori del corso: Paolo Ghisoni e Silvio Broli.

Venerdì mattina il workshop è iniziato con la presentazione del progetto congiunto tra Parma Calcio e La Giovane Italia, che ha preso forma negli interventi di Paolo Martini, Responsabile Scouting, Christian Pavolo, Coordinatore Area Scouting e infine Filippo Galli, Responsabile Area Metodologica.
Gli interventi, hanno superato le aspettative, questo perché lo stile della presentazione permetteva la partecipazione attiva di tutti i presenti e la possibilità di scambiarsi opinioni in merito agli argomenti affrontati, allontanandosi così dalla classica lezione scolastica frontale.
Cosa bisogna ricercare in un giocatore? Lo ha spiegato in maniera approfondita Paolo Martini, dandoci le chiavi di lettura necessarie per scavare a fondo nei giovani che incontreremo. Allo stesso tempo è riuscito a metterci in guardia dagli errori tipici di chi è alle prime armi, indicandoci la strada da seguire come La Giovane Italia per occupare il nostro posto e diventare una risorsa fondamentale per l’Area Scout di molti club.

Lavorare come Scout non è solamente osservare con occhio attento ogni giocatore che si incontra nel proprio cammino, è anche saper evitare impedimenti, difficoltà, imprevisti e ostacoli che ogni giorno ci si possono parare davanti. Programmare e organizzare l’area Scout di un club non è impresa per tutti, come Christian Pavolo ha sottolineato nel suo intervento: questa attività richiede una grande preparazione e anni di formazione, bisogna imparare a non dare nulla per scontato, saper prevedere i possibili problemi, preparare qualche piano B e a volte ricorrere all’improvvisazione.

Il contributo di Filippo Galli nel finale ci ha permesso di fare l’ultimo passo attraverso la scoperta di un metodo che ha come fine ultimo la cura del ragazzo e la sua crescita, dal punto di vista calcistico ma soprattutto psicologico. La trasformazione di un atleta non passa semplicemente dal miglioramento delle proprie abilità tecniche e fisiche, ma anche dall’attenzione alla cura della persona, aiutandolo nella costruzione della propria identità, del proprio carattere, aiutandolo nell’istruzione, mettendogli intorno figure che non siano solamente tecnici ma anche educatori.

Dopo gli interventi della mattinata, nel pomeriggio abbiamo avuto modo di assistere a 2 partite amichevoli: Parma Calcio contro Piacenza, prima Under 15 e a seguire U17.
Durante le partite abbiamo potuto metterci in gioco: provando sul campo a registrare una partita seguendo tutte le indicazioni necessarie, per imparare a realizzare un prodotto che possa essere adeguato alla nostra doppia natura, come giornalisti e come scout.

Sabato mattina ci siamo nuovamente ritrovati al centro sportivo per proseguire con la formazione, nella mattinata si sono susseguiti diversi interventi, la presentazione nella sua totalità serviva ad esporre sia nel teorico che nel pratico tutto ciò che un bravo “scoutista” deve imparare a fare: realizzare un adeguato materiale video da utilizzare per la realizzazione di highlights, goals collection e  telecronache, ma anche da sfruttare per l’analisi e la conseguente compilazione delle schede tecniche.

Il workshop si è infine concluso con la visione della partita di Serie B: Parma vs Alessandria e le domande finali di rito.

Per concludere quindi, Il Parma calcio e La Giovane Italia sono riusciti in soli 2 giorni a concentrare non solo le basi necessarie per iniziare a intraprendere il lavoro di Scoutista, ma spesso sono riusciti ad andare oltre, affrontando tematiche ancora bollenti nel mondo del calcio giovanile e rimettendosi continuamente in discussione.

Sono rimasto molto soddisfatto dalla possibilità che mi è stata offerta e visto il bilancio nettamente positivo, sono fermamente convinto che io e miei colleghi saremo ben disposti a proseguire il percorso per continuare a migliorare dando piena collaborazione, collaborazione che per me inizia già da questo primo articolo.

Non si diventa giornalisti  e scout da un giorno all’altro, per questo motivo ho deciso di muovere i miei primi passi per diventare Scoutista a Parma, nel workshop organizzato dal La Giovane Italia nelle giornate di Venerdì 29 e Sabato 30 Aprile.

Ospitati dal Parma Calcio all’ interno del centro sportivo Collecchio, io e altri 3 colleghi, provenienti da diverse parti d’ Italia, abbiamo avuto modo di confrontarci con la realtà che ci ospitava e con gli organizzatori del corso: Paolo Ghisoni e Silvio Broli.

Venerdì mattina il workshop è iniziato con la presentazione del progetto congiunto tra Parma Calcio e La Giovane Italia, che ha preso forma negli interventi di Paolo Martini, Responsabile Scouting, Christian Pavolo, Coordinatore Area Scouting e infine Filippo Galli, Responsabile Area Metodologica.
Gli interventi, hanno superato le aspettative, questo perché lo stile della presentazione permetteva la partecipazione attiva di tutti i presenti e la possibilità di scambiarsi opinioni in merito agli argomenti affrontati, allontanandosi così dalla classica lezione scolastica frontale.
Cosa bisogna ricercare in un giocatore? Lo ha spiegato in maniera approfondita Paolo Martini, dandoci le chiavi di lettura necessarie per scavare a fondo nei giovani che incontreremo. Allo stesso tempo è riuscito a metterci in guardia dagli errori tipici di chi è alle prime armi, indicandoci la strada da seguire come La Giovane Italia per occupare il nostro posto e diventare una risorsa fondamentale per l’Area Scout di molti club.

Lavorare come Scout non è solamente osservare con occhio attento ogni giocatore che si incontra nel proprio cammino, è anche saper evitare impedimenti, difficoltà, imprevisti e ostacoli che ogni giorno ci si possono parare davanti. Programmare e organizzare l’area Scout di un club non è impresa per tutti, come Christian Pavolo ha sottolineato nel suo intervento: questa attività richiede una grande preparazione e anni di formazione, bisogna imparare a non dare nulla per scontato, saper prevedere i possibili problemi, preparare qualche piano B e a volte ricorrere all’improvvisazione.

Il contributo di Filippo Galli nel finale ci ha permesso di fare l’ultimo passo attraverso la scoperta di un metodo che ha come fine ultimo la cura del ragazzo e la sua crescita, dal punto di vista calcistico ma soprattutto psicologico. La trasformazione di un atleta non passa semplicemente dal miglioramento delle proprie abilità tecniche e fisiche, ma anche dall’attenzione alla cura della persona, aiutandolo nella costruzione della propria identità, del proprio carattere, aiutandolo nell’istruzione, mettendogli intorno figure che non siano solamente tecnici ma anche educatori.

Dopo gli interventi della mattinata, nel pomeriggio abbiamo avuto modo di assistere a 2 partite amichevoli: Parma Calcio contro Piacenza, prima Under 15 e a seguire U17.
Durante le partite abbiamo potuto metterci in gioco: provando sul campo a registrare una partita seguendo tutte le indicazioni necessarie, per imparare a realizzare un prodotto che possa essere adeguato alla nostra doppia natura, come giornalisti e come scout.

Sabato mattina ci siamo nuovamente ritrovati al centro sportivo per proseguire con la formazione, nella mattinata si sono susseguiti diversi interventi, la presentazione nella sua totalità serviva ad esporre sia nel teorico che nel pratico tutto ciò che un bravo “scoutista” deve imparare a fare: realizzare un adeguato materiale video da utilizzare per la realizzazione di highlights, goals collection e  telecronache, ma anche da sfruttare per l’analisi e la conseguente compilazione delle schede tecniche.

Il workshop si è infine concluso con la visione della partita di Serie B: Parma vs Alessandria e le domande finali di rito.

Per concludere quindi, Il Parma calcio e La Giovane Italia sono riusciti in soli 2 giorni a concentrare non solo le basi necessarie per iniziare a intraprendere il lavoro di Scoutista, ma spesso sono riusciti ad andare oltre, affrontando tematiche ancora bollenti nel mondo del calcio giovanile e rimettendosi continuamente in discussione.

Sono rimasto molto soddisfatto dalla possibilità che mi è stata offerta e visto il bilancio nettamente positivo, sono fermamente convinto che io e miei colleghi saremo ben disposti a proseguire il percorso per continuare a migliorare dando piena collaborazione, collaborazione che per me inizia già da questo primo articolo.