Lecce e Bologna: concezioni diverse, ma con obiettivi ben definiti
Il campionato Under 18, spesso oggetto di critiche (che sono fondate), ha assunto con la riforma dei regolamenti in Primavera 1 un significato diverso. La transizione dalla categoria che fa da ponte tra agonistica del settore giovanile e professionismo, dato l’obbligo di doverla formare per le squadre partecipanti a quello che è ufficialmente diventato un torneo Under 20, è diventata quasi obbligatoria consentendo così di innalzare il livello della competizione.
La sfida tra Lecce e Bologna ha messo in evidenza quest’ultimo aspetto, oltre alle caratteristiche dei rispettivi vivai. Da una parte la formazione di Simone Schipa contava ben tre titolari che avevano risposto alla convocazione della Primavera per la trasferta del giorno prima a Firenze ed altrettanti ragazzi schierati dal 1’ sotto età. Dall’altra il Bologna ha dimostrato una struttura di squadra ben definita in termini di interpreti, con delle certezze che si sono consolidate nel corso degli anni per il gruppo dei 2007. Il bomber Castaldo ed il capitano Di Costanzo su tutti sono infatti reduci da un percorso importante fin dai tempi dell’Under 15.
Il risultato finale ha premiato i rossoblù di Della Rocca, arrivati nelle fasi finali di gara probabilmente con una migliore lucidità rispetto ai padroni di casa, autori comunque di una prova volenterosa e propositiva. A risaltare sono tuttavia le indicazioni fornite da entrambe le squadre. I giallorossi vivevano di fiammate, accelerazioni improvvise di ragazzi che saranno il prossimo anno con ogni probabilità pronti per un contesto di prima squadra nel calcio dilettantistico (basti vedere le operazioni in uscita verso la Serie D degli Under 18 delle stagioni precedenti). Il Bologna ha dato invece l’impressione di una squadra maggiormente amalgamata, che guardando in prospettiva avrà ottime possibilità di essere confermata in gran parte, come vuole la prassi del club, quando sarà il momento di compiere il salto in Primavera.