Milan, Lecce o Spezia: quale sarebbe stata la scelta migliore per Camarda?

Il momento è arrivato: Francesco Camarda è pronto a vivere la sua prima esperienza lontano dal Milan. Dopo giorni di trattative, è stato trovato l’accordo tra il club rossonero e il Lecce per un prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto a favore del Diavolo. Un passaggio cruciale per la carriera del 2008 più promettente del panorama calcistico italiano.
Una scelta che rappresenta una vera svolta, soprattutto dopo una stagione 2023/2024 in cui la gestione del ragazzo è stata, a nostro avviso, tutt’altro che ottimale. Camarda è stato “sballottato” tra Prima Squadra e Milan Futuro in Serie C, senza mai trovare una reale continuità. Ha giocato poco, perso ritmo e soprattutto non ha avuto la possibilità di confrontarsi con regolarità in un campionato professionistico. Un’occasione mancata che, per un talento come il suo, pesa. La priorità, ora più che mai, era una sola: giocare con continuità, crescere in un contesto competitivo e avere fiducia. Che fosse in Serie A o in Serie B poco cambiava, l’importante era garantirgli minuti, responsabilità e uno spazio in cui sbagliare senza essere bruciato.
In questo senso, va detto, non mancavano le alternative: lo Spezia, ad esempio, aveva mostrato grande interesse e rappresentava una piazza attenta alla valorizzazione dei giovani. Il caso Pio Esposito, lo dimostra. Tuttavia, proprio per i numerosi gol messi a segno dall'attaccante dell'Inter nella scorsa stagione, su Camarda si sarebbe inevitabilmente creata un’aspettativa sproporzionata. In molti si sarebbero attesi un rendimento simile - se non addirittura superiore - dimenticando che ogni percorso è diverso e che parliamo pur sempre di un ragazzo di soli 17 anni. Un carico di pressione probabilmente eccessivo e non facile da gestire a questa età. Colpa di dinamiche, commenti e giudizi fin troppo frequenti, purtroppo, nel nostro calcio.
La permanenza al Milan, invece, era già di fatto esclusa. Il nuovo direttore sportivo Tare è alla ricerca, come dichiarato da lui stesso nelle scorse ore, di un altro centravanti (si fanno i nomi di Vlahovic, Kean e non solo) e con la presenza di Gimenez già in rosa, è evidente che per Camarda non ci sarebbe stato spazio. Ecco perché la soluzione Lecce può mettere davvero d’accordo tutti.
Perché proprio Lecce? Perché rappresenta una piazza equilibrata e tranquilla, seppur esigente (naturalmente) sugli obiettivi da raggiungere. Un contesto dove lavorare con serenità, ma senza abbassare il livello di competitività e aspettative. L’arrivo in panchina inoltre di Di Francesco, allenatore sensibile al tema dei giovani e disposto a puntare su di loro quando lo meritano, è un’ulteriore garanzia. E poi c’è la Serie A: il palcoscenico che tutti vogliono per Camarda, dove potrà misurarsi con i migliori, passo dopo passo.
La formula del trasferimento, tanto discussa, ha invece una sua logica precisa: il diritto di riscatto garantisce al Lecce la possibilità di credere davvero nel "progetto Camarda", senza paura di “allevare” un talento solo per restituirlo a fine stagione. Il contro-riscatto, dal canto suo, tutela il Milan, che potrà riportare a casa il ragazzo. Con il Lecce che otterrebbe, in quel caso, una "gratificazione" a livello economico. Insomma: una soluzione win-win, sotto tutti i punti di vista. Il prestito secco, come qualcuno auspicava, avrebbe infatti comportato rischi ben maggiori: i giallorossi, in situazioni di difficoltà o scarso rendimento, avrebbero potuto scegliere di dare priorità ad altri attaccanti, magari più esperti e soprattutto di proprietà. Con questa formula, invece, si crea un incentivo a puntare su Camarda, dandogli fiducia e continuità.
In sintesi: Lecce è la scelta giusta, al momento giusto. Per Francesco, per il Milan, per il futuro della Nazionale. E noi de La Giovane Italia, che lo seguiamo fin dai primi gol in maglia rossonera, non vediamo l’ora di vederlo all’opera nella massima serie. Questa volta, con un progetto chiaro alle spalle.