Udinese-Sassuolo è stata una partita folle, decisa soltanto ai rigori

Una partita “mental” la definirebbero in Inghilterra, perché è stata una gara con cambi di scena, altalene di emozioni e soprattutto 120 minuti di gran calcio.
L’Udinese mette in scena la solita sinfonia di Gridel, che si muove come un direttore d’orchestra, facendo spingere principalmente Romanin e Fanin che danno il ritmo alle offensive organizzate dei bianconeri. Partita sontuosa anche quella di Marello, che con le sue giocate ha dato qualità alla manovra, ma andrebbero citati anche Vettor che ha speso tutte le sue energie sul campo e anche il lavoro egregio di Mossolin nel sopperire alla mancanza di De Paoli, che grazie all’ex Monte Prodeco non si è sentita. Il Sassuolo come contro il Genoa non molla mai e con la qualità offensiva fa la differenza in alcuni momenti della gara grazie alle cavalcate di Acatullo, la danza con il pallone di Barry e la finezza tecnica mista alla cattiveria agonistica di Kulla.
Una partita prima sbloccata dall’Udinese con il rigore di Marello poi pareggiata da Kulla, lo spartito si è poi ripetuto con il nuovo vantaggio bianconero con Ramku e il conseguente pareggio di Tumminelli, stesso discorso per i supplementari con il vantaggio di Anghileri e il successivo pareggio di Kulla che trova la doppietta.
Ai rigori vincono i nervi, vince la concentrazione, perché nonostante il Sassuolo abbia evidentemente tiratori migliori e un portiere specialista rispetto a Pirrò. Alla fine contano i nervi saldi e la mente lucida, errore di Mario David, colui che aveva fatto spiccare il volo agli emiliani contro il Genoa, trascina i neroverdi fuori dai playoff con la partecipazione della grandissima parata di Pirrò. Bianconeri che volano ai quarti, meritatamente dopo una partita organizzata e ben giocata dai ragazzi di Gridel che stanno scrivendo la storia delle giovanili del club.