La Giovane Italia in ritiro: due giorni con la Rappresentativa Under 15 LND

Alla vigilia del celebre torneo internazionale, la selezione della Lega Nazionale Dilettanti ha invitato nel proprio ritiro gli inviati LGI
08.06.2022 11:35 di  Luca Pellegrini   vedi letture
Curzi e Pregnolato
Curzi e Pregnolato

Quando arriviamo a Cava de’ Tirreni, paese in provincia di Salerno che ogni anno organizza un famoso torneo giovanile, sta facendo buio. Giocatori e staff della Rappresentativa Under 15 LND soggiornano in un albergo in cima ad una collina, immerso nel verde, lontano dai rumori e dal caos del centro abitato. Li raggiungiamo intorno alle 21.30 e li troviamo ancora seduti a tavola, all’aperto. Rimaniamo subito colpiti dal clima che si respira nel gruppo: animi rilassati, volti sorridenti, sguardi felici. Ci chiediamo come si possa formare una squadra (nel vero senso della parola) in così poco tempo e chi sia l’artefice principale. Veniamo invitati a sedere e bastano pochi istanti per capire quale sia il segreto.

Il “Torneo Internazionale di Cava” è da anni uno degli appuntamenti fissi del calcio giovanile italiano ed europeo. Per la spedizione della LND, l’edizione 2022 della kermesse ha un significato profondo, che va ben oltre il prestigio della rassegna. Per i giovani Under 15, infatti, si tratta della prima convocazione in Rappresentativa Nazionale e, più in generale, del primo torneo ufficiale post pandemia. Normale, quindi, che tutti i ragazzi siano frenati da una certa ansia da prestazione. Se a ciò si aggiunge poi il fatto che non hanno mai giocato insieme e che negli ultimi due anni hanno avuto pochissime occasioni di libera socializzazione causa Covid, il quadro delle difficoltà del ritiro è completo. Sarebbe una sfida ardua per chiunque, ma non per l’allenatore Roberto Chiti e il suo staff, che nel giro di un paio di giorni riescono a creare uno spogliatoio. Il mister, in particolare, nonostante il significativo gap generazionale rispetto ai suoi giocatori, ha la capacità unica di trovare immediatamente la chiave di accesso per rapportarsi con loro. A cena o nei momenti di pausa, con l’inflessione e la capacità di coinvolgere tipica dei toscani, ne approfitta per raccontare aneddoti sulla sua carriera e sulla Serie A degli anni ’80 e ’90, nella quale ha giocato con le maglie di Pisa e Cesena. I ragazzi ascoltano rapiti i racconti su Maradona, il Milan degli olandesi o il mitico presidente Anconetani, come se si trattasse di racconti fiabeschi o di eventi di secoli fa. Anche noi veniamo subito catturati dalle parole e dal carattere dell’allenatore, appoggiamo il nostro inseparabile almanacco sul tavolo e ci mettiamo in ascolto. Simone Curzi, centrocampista dell’Accademia Roma, si gira un attimo verso di noi, nota il libro ed esclama: “Ma quello è de La Giovane Italia? C’è anche la mia pagina lì! Appena l’ho scoperto, ho comprato l’almanacco e ora lo tengo in camera mia”. E non è l’unico, perché il compagno di reparto Leonardo Pregnolato, della Polisportiva Mirafiori, in campo gli è affianco e nel libro quasi, dato che si trova appena due pagine dopo. Per un momento siamo noi a catalizzare tutti gli sguardi e la curiosità. 

Il giorno prima dell’esordio nel torneo, il clima non è guastato dalla tensione, che non sembra proprio appartenere a questo angolo di calcio. Attività di scarico in piscina, ripasso degli schemi in campo e riunione tecnica nella quale Chiti ne approfitta per ripetere uno dei suoi mantra, a metà “tra un fratello maggiore e un genitore” (come lui stesso si dipinge): “Prima del giocatore viene la persona e di pari passo con lo sport deve camminare lo studio”. Lasciamo il ritiro piacevolmente colpiti, ma – probabilmente assuefatti da un mondo del calcio che sembra essere mosso da principi opposti – ci chiediamo se questo approccio possa anche portare risultati. Prima gara della manifestazione: Rappresentativa LND – Cavese 5-0. Non serve aggiungere altro.