Che fine ha fatto… Luciani, dalla Samp con vista laurea

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Diciassettesimo appuntamento della rubrica “Che fine ha fatto…”, un viaggio alla riscoperta dei talenti transitati dalle pagine del nostro Almanacco nell'anno che segna la sua decima edizione. Dopo le puntate dedicate Franchini, Di Benedetto, Montresor, Ferrara, Cizza, Zucchini, Sessa, Gragnoli, Capristo, Spina, Rovini, Villanova, Nava e Rebecchini, Ventre, Gallinetta e Bilotta, oggi il protagonista di giornata è Luigi Luciani, esterno difensivo classe 1996 cresciuto a Genova nel settore giovanile blucerchiato. Luigi è stato presente in tre edizioni consecutive del nostro Almanacco. Chi ci ricordava? L’ex Inter Lucio e l’attuale capitano della Juventus Giorgio Chiellini.
Ciao Luigi, il tuo percorso nel calcio inizia alla Sampdoria. Ci racconti quali sono state le tue sensazioni e il tuo ricordo di quella esperienza?
"La Sampdoria è stata la mia prima vera società nel mondo del calcio. Arrivarci dal nulla all’età di 14 anni è stata davvero una emozione unica, oltre che una grande soddisfazione. Il mio percorso inizia con i Giovanissimi fino ad arrivare alla Primavera. Purtroppo al primo anno con mister Chiesa, stagione che disputai da sotto età, subii la rottura del menisco perdendo così la preparazione. Il secondo anno, invece, andò decisamente meglio e disputai un buon campionato".
Altra tappa della tua carriera fu il passaggio al Venezia, prima vera esperienza da grande.
"Fu merito del direttore Perinetti che decisi di trasferirmi al Venezia in Serie D, squadra con la quale conquistai la promozione in Lega Pro vincendo il campionato. I tre anni in cui sono stato di proprietà della società veneta furono però costellati da molti infortuni e vari prestiti ad Arezzo, Santarcangelo e Gavorrano. Alla scadenza del contratto con il Venezia, complici anche scelte sbagliate, mi trovai con poche opzioni e decisi di ripartire dalla Serie D con l’OltrepoVoghera. Quella stagione fu molto controversa perché partimmo bene ma, causa addio del presidente, ci furono molti problemi e concludemmo la stagione con la retrocessione".
L’esperienza con le giovanili azzurre è un altro tassello nel tuo percorso calcistico.
"La prima convocazione in U16 arriva pochi mesi dopo il mio passaggio alla Samp, esordendo in una partita contro la Svizzera. Arrivai fino all’U18, quando persi la titolarità in favore di Calabria. Fu un grande onore vestire anche la fascia di capitano in alcune occasioni, ripensando anche ad alcuni compagni che adesso calcano palcoscenici importanti come Petagna e Romagnoli".
Qual è, invece, il tuo presente e quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"Ho iniziato la stagione al Gravina in Serie D subendo però la rottura del crociato mentre attualmente, per riprendere confidenza con il campo dopo l’infortunio, sto disputando con il S. Severo il campionato di Eccellenza pugliese. Attualmente, inoltre, sono iscritto al corso di laurea in Scienze motorie con indirizzo calcio a Milano ed ho in programma la discussione della tesi a luglio. In passato non riuscivo a capire l’importanza di portare avanti un percorso di studi parallelo al calcio, sport che adesso provo a vivere come quello che è ossia una passione e cercando di divertirmi finché possibile. Per il futuro mi piacerebbe allenare, tuttavia bisogna essere bravi a sapere cogliere ogni occasione ti si propone e capire il ruolo che sei più adatto a ricoprire".
Articolo a cura di Simone Praticò.