Jacopo Frosali, un esordio che sa di destino

Il promettente debutto di Frosali nel calcio professionistico in Siracusa-Latina (3-1): l’inizio di una storia tutta da scrivere.
12.11.2025 18:30 di  Enrico Signorini   vedi letture
Frosali e i suoi amici
Frosali e i suoi amici

A volte il calcio regala momenti che vanno oltre il risultato, oltre il tabellino, oltre i minuti giocati. Momenti che parlano di vita, di cuore, di emozioni, di crescita. L’esordio di Jacopo Frosali tra i professionisti, nella sfida vinta dal Siracusa contro il Latina per 3-1, appartiene esattamente a questa categoria. È il tipo di storia che non ha bisogno di esagerazioni perché si racconta da sola, con la delicatezza e la potenza delle cose vere. Quando mister Turati si gira verso la panchina e lo chiama, Jacopo sente quel brivido che solo chi ha aspettato per anni questo istante può davvero capire. Una stretta allo stomaco, un respiro profondo, l’ultima occhiata al campo. Entra.

E mentre mette piede sul terreno del De Simone, accompagnato dall’applauso del pubblico e dallo spazio che i compagni gli aprono attorno, succede qualcosa di inatteso: il Latina trova il gol che riaccende la partita. Appena il tempo di prendere posizione, e gli avversari accorciano le distanze, rimettendo tutto in discussione e facendo calare un velo di tensione sullo stadio. Per un ragazzo alla prima presenza tra i professionisti è un pugno allo stomaco, un attimo che ti toglie il fiato e ti mette davanti alla realtà del calcio vero. Ma è qui che Jacopo mostra quello che gli altri chiamano carattere, e che per lui è semplicemente ciò che ha imparato in questi anni, nelle difficoltà che si è portato dietro e che nessuno potrà mai cancellare. Non abbassa lo sguardo. Non si nasconde. Non si fa piccolo. Si ferma un attimo, respira, si sistema i calzettoni e capisce una cosa fondamentale: adesso deve essere utile, adesso deve far vedere perché è lì, adesso deve dimostrare di essere pronto.

E inizia a giocare il suo calcio. Semplice, pulito, pensato, quello che gli viene naturale. Tocca pochi palloni ma li tocca bene, dà ritmo, si fa trovare, accorcia, accompagna l’azione. E poi arriva la giocata che cambia tutto: una decisione veloce, una scelta illuminata, il passaggio che dà il là all’azione del gol del definitivo 3-1 di Cancellieri. Un lampo di personalità nel momento più complicato. La paura iniziale si scioglie come neve al sole, il pubblico applaude, i compagni lo abbracciano, e Jacopo finalmente sorride. È il sorriso di un ragazzo che ce l’ha fatta, anche solo per quei tredici minuti, a sentirsi parte di qualcosa di grande, a sentirsi dentro il calcio che ha sempre sognato. E mentre saluta i tifosi a fine partita, mentre torna negli spogliatoi con l’adrenalina ancora addosso, un pensiero è chiaro nella sua testa: questo è solo l’inizio.

Siracusa lo ha accolto come una seconda casa. Qui si respira calore, umanità, vicinanza. Qui i giovani vengono protetti, accompagnati, lasciati crescere senza pressioni inutili. Jacopo si è ambientato subito, si è sentito bene dal primo giorno, anche grazie ai compagni e allo staff che lo hanno abbracciato prima ancora di conoscerlo davvero. È un ambiente perfetto per costruire, per sbocciare, per migliorare giorno dopo giorno. Ora lo aspetta un’altra tappa importante: la trasferta di Picerno, sabato 15 novembre, un’altra occasione per crescere, per mettere minuti, per farsi trovare pronto se la squadra avrà bisogno di lui. Ma quello che già conta davvero è questo: Jacopo ha dimostrato di poterci stare, di meritare quel campo, quella maglia, quella responsabilità. A lui va un abbraccio enorme, sincero, affettuoso, a lui e alla sua famiglia, che lo ha sempre sostenuto e che sicuramente avrà guardato quei tredici minuti con gli occhi pieni di orgoglio e commozione. E non è un caso se proprio qui, così lontano da casa ma così vicino al cuore, hai iniziato a scrivere il primo capitolo della tua vita da professionista. Il bello deve ancora venire. E noi siamo qui per godercelo insieme a te.