Camarda è forte, ma non vorrei che pagasse la situazione in casa Milan. Un po' come Esposito a suo tempo...

Il pensiero del nostro direttore, Paolo Ghisoni, riguardo l'eventuale convocazione del giovane attaccante rossonero per la gara contro la Fiorentina.
18.11.2023 12:00 di  Stefano Rossoni   vedi letture
Camarda è forte, ma non vorrei che pagasse la situazione in casa Milan. Un po' come Esposito a suo tempo...
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Durante la puntata di Maracanà, in onda ogni pomeriggio su TMW Radio, il nostro direttore Paolo Ghisoni è intervenuto per approfondire alcune tra le tematiche principali relative alla Serie A.

Nonostante la grande vittoria contro il Paris Saint Germain in Champions League, il Milan pare in netta difficoltà nel suo cammino in campionato, come evidenziano i soli due punti conquistati nelle ultime quattro giornate. Il rientro dalla sosta non regalerà inoltre buone notizie a Stefano Pioli perchè, già alla prima contro la Fiorentina, mancheranno Giroud e Leao, rispettivamente per squalifica e infortunio. Tra le tante soluzioni possibili, tra cui l'impiego di Jovic dal 1', si fa largo l'ipotesi (seppur remota) di una convocazione per Francesco Camarda, attaccante classe 2008, che in questi giorni si sta proprio allenando con la Prima Squadra. 

"Camarda è molto forte, ma non dobbiamo mai dimenticare la sua carta d'identità - ha esordito Paolo Ghisoni nel suo intervento - Leggevo ieri una bellissima dichiarazione di Marcus Thuram. Quando saliva in macchina dopo un allenamento o una partita e raccontava di aver segnato tanti gol, il padre lo redarguiva subito dicendo: "Aspetta, forse ti devo spiegare ancora due cose". C’è il serio rischio che un ragazzo così, che ha bruciato velocemente le tappe, possa risentire di una situazione complicata come quella che sta passando ora il Milan. Pensiamo a quando, anni fa, venivano "gettate" le glorie rossonere come Seedorf, Gattuso e Inzaghi per colmare uno status, a livello di allenatori, che il campo recitava deficitario. Non vorrei che Camarda finisse in quel tritacarne, un po’ come Sebastiano Esposito nell’Inter. Il rigore procurato in Champions, il gol al Genoa strappando il pallone a Lukaku... Ma poi veniamo a oggi, con le difficoltà che ha Sebastiano per ritornare a essere un predestinato. Parliamo di un 2002 che all’Inter aveva fatto quel tipo di cammino. È molto difficile..."