La Giovane Italia in trasferta a Bologna tra storie e ricordi

Ospitati al teatro Comunale Cassero di Castel San Pietro Terme, la nostra redazione e la Lega Nazionale Dilettanti hanno incontrato tre ospiti speciali.
17.02.2023 19:00 di  Matteo Vigliotti   vedi letture
La Giovane Italia in trasferta a Bologna tra storie e ricordi

Se andaste a cercare sul vocabolario il significato della parola trasferta, sempre che ne sentiate l’incombente necessità, ciò che lo sforzo mnemonico di ricordarsi l’ordine delle lettere costituenti il nostro alfabeto e lo zapping delle dita su pagine filiformi vi regaleranno è un quadro chiaro e conciso: trasferimento temporaneo fuori dalla propria residenza per ragioni di servizio. Nonostante la provvisorietà della visita de La Giovane Italia in Emilia corrisponda alla definizione di trasferta, le già citate ‘ragioni di servizio’ scemano di fronte alle dinamiche osservate, trattate e condivise come se il dovere morale soppiantasse il lavoro, senza che di ciò ce ne fosse una immediata presa di coscienza. 

È una giornata di storie quella che viene raccontata, fili sottili che si intersecano pur appartenendo geograficamente a luoghi differenti e cronologicamente ad altre epoche.  

È la storia di Luca Zanimacchia, attaccante classe 1998 che, su gentile concessione e ospitalità del Parma Calcio si è prestato ai nostri microfoni facendoci rivivere la sua antologia di calciatore fatta di sacrifici, corse, sudore e pochi rimpianti che svaniscono definitivamente di fronte a foto evocative, videomessaggi speciali e un semplice almanacco con trascritte nero su bianco le qualità tecniche e umane che lo hanno condotto a guardare al passato con soddisfazione, consapevole di avere sempre avuto qualcuno che credeva e continua a credere in lui.  

È la storia del figliol prodigo, in questo caso figlioli, Francesco Bardi e Riccardo Orsolini, ancorati visceralmente alle loro origini rispettivamente toscane e marchigiane. Nelle loro amate case Livorno e Ascoli sono stati cresciuti come figli di migliaia di famiglie, coccolati e aiutati nel loro percorso di crescita umana prima che il loro grande talento li abbia convocati a formarsi professionalmente lontani dalla confort zone, intrecciandone le strade a Bologna. Ed è proprio il capoluogo emiliano, più precisamente il comune di Castel San Pietro Terme, il teatro di una fortissima connessione di purissime esperienze di vita tra La Giovane Italia, La Lega Nazionale Dilettanti, Francesco Bardi, Riccardo Orsolini e Federico Buffa, che le storie le sa raccontare meglio di chiunque.  

Come quella di Arpàd Weisz, genio visionario, straordinario allenatore e conoscitore di calcio, vissuto tra il 1896 e il 1944. Già, proprio il ‘44 impresso nelle menti di chi già ha sentito la sua incredibile storia e gli occhi del giovanissimo pubblico del Teatro Comunale Cassero che prontamente si è interrogato sul perché la vita di un uomo di mezza età si sia interrotta bruscamente, una volta scorto il suo necrologio proiettato sulla parete. Ci hanno pensato il nostro direttore Paolo Ghisoni e Stefania Renda a fugare ogni dubbio: Arpàd Weisz è morto ad Auschwitz. Ed ecco che in quel preciso istante, quello che inizialmente era una semplice sfida a quiz per mantenere vivo il ricordo dello storico allenatore del Bologna e suscitare l’interesse di chi non lo avesse mai sentito nominare, si è tramutato in momenti di silenzio e riflessione. Il giovane Arpàd era un ragazzo semplice, brillantissimo, con grandi aspirazioni. Non diverso da Luca, Riccardo e Francesco, che continuano a coltivare sogni ancora più grandi di quelli che le proprie qualità hanno concesso loro, fin qui, di realizzare. Tornando dunque al concetto di trasferta, è dovere morale de La Giovane Italia continuare a viaggiare per preservare e raccontare le vere protagoniste del nostro mestiere: storie. E per ascoltare le prossime, vi diamo appuntamento a Trento...