Michele Capone, il numero uno che fa la differenza: il Pisa scopre un portiere speciale
In una sfida dal ritmo alto e dalle emozioni continue, sono le piccole cose a determinare il risultato finale. E nel caso di Empoli-Pisa uno di quei dettagli, forse il più importante di tutti, ha il nome e il volto di Michele Capone, classe 2012, portiere del Pisa. Mentre il match viveva di fiammate, duelli a centrocampo e giocate di qualità, lui ha dato alla squadra quello che ogni allenatore sogna da un numero uno: sicurezza, personalità, continuità. Se è vero che Perjioni (MVP Player) è stato il migliore in campo per incisività tecnica e peso specifico sul risultato, è altrettanto vero che senza il portierino neroblu il Pisa non avrebbe mai potuto costruire la sua vittoria con questa solidità.
Capone ha impressionato per la capacità di leggere le situazioni prima che diventassero pericolose. Le sue uscite sono state sempre pulite, precise, di quelle che tolgono ossigeno agli avversari e danno fiducia ai compagni. Ma ciò che ha davvero fatto la differenza è stata la sua leadership naturale: voce alta, costante, continua, un orientare la linea difensiva con maturità da ragazzo molto più grande della sua età. Ha guidato il reparto, ha dettato tempi e distanze, ha corretto posizioni, ha trasmesso sicurezza. E tutto questo mentre si faceva trovare impeccabile anche tra i pali.
Il momento simbolo della sua partita arriva al 34° minuto, quando l’Empoli costruisce l’occasione più grande della sua gara. Il pallone arriva sul destro di Chiarello, il numero 10 e capitano dei biancazzurri, uno dei giocatori più tecnici e pericolosi in campo. La conclusione è potente, precisa, quasi perfetta. Ma il numero uno del Pisa vola, si allunga come pochi ragazzi della sua età sanno fare, toglie il pallone dall’angolo con una parata che vibra, che pesa, che cambia l’inerzia del match. Un intervento destinato a essere ricordato a lungo, non solo per la bellezza tecnica, ma per il momento in cui arriva: istinto, coraggio, talento puro.
Michele ha tenuto in piedi i suoi nei momenti più complessi, regalando stabilità quando i padroni di casa aumentavano la pressione e permettendo alla squadra di respirare e ripartire con ordine. È stato un punto di riferimento emotivo e tecnico, il tipo di portiere che semplifica il lavoro dei compagni e complica quello degli avversari. Prestazioni così non arrivano per caso: nascono dall’attenzione, dall’allenamento, dalla mentalità e da un talento naturale che oggi è emerso con chiarezza in ogni singolo dettaglio.
La vittoria consente al Pisa di consolidare la propria presenza nelle zone nobili di una classifica che, giornata dopo giornata, inizia a prendere una forma sempre più definita. Dopo otto turni comanda la Fiorentina con 21 punti, tallonata dall’Empoli a quota 19, mentre i nerazzurri occupano con merito il terzo posto a 17, davanti alla Virtus Entella ferma a 16 e al Genoa a 13. Una corsa intensa e competitiva, nella quale il Pisa dimostra, anche grazie a prestazioni di altissimo livello del suo portiere, di avere tutte le carte in regola per restare stabilmente nella parte alta del campionato.
