Il Bari alza il muro: la fase difensiva dei ragazzi di Anaclerio si rivela ancora una volta vincente

Il Bari di Anaclerio vince ancora in trasferta e lo fa senza subire reti per la terza gara consecutiva. Al Bruno Ferdeghini, a brillare è nuovamente la fase difensiva dei galletti, che si conferma il vero punto di forza dei biancorossi in questo avvio di stagione. In una sfida che lo Spezia ha provato a comandare, almeno nel primo tempo, il castello difensivo dei pugliesi è rimasto saldo, permettendo alla squadra di colpire in contropiede e di portare a casa un successo prezioso.
Il sistema è chiaro e collaudato: il 3-5-2 diventa in fase difensiva un 5-3-2 compatto, con i quinti pronti ad abbassarsi sulla linea dei difensori, i tre centrocampisti a fare densità in mezzo e le punte sempre disponibili a rincorrere dietro la linea del pallone. Ne esce una squadra corta, organizzata, difficile da scardinare. Non è un caso se il Bari, dopo quattro giornate, resta la miglior difesa del torneo: appena un gol subito, per giunta al 90’ della prima giornata su un autogol sfortunato. Da lì, imbattibilità salita già a 270 minuti.
I padroni di casa dello Spezia hanno tenuto il pallone tra i piedi più a lungo, ma la retroguardia barese ha retto senza mai andare davvero in affanno. Il bomber spezzino Gioele Conte, autore già di 3 reti in campionato e di due centri in Coppa Italia, è stato completamente annullato, chiuso nella morsa dei tre centrali, mentre gli esterni liguri hanno trovato sempre poco spazio contro i due laterali pugliesi, ben supportati dal raddoppio costante delle mezzali. Le occasioni concesse dai galletti sono state poche: al 13’ il colpo di testa di Vannucci da situazione di palla inattiva, poi al 38’ la conclusione quasi a botta sicura di Banti, su assist di Lontani che aveva sorpreso la difesa ospite. Poi più nulla.
Merito anche dei singoli, a partire da Indrit Mavraj. Il centrale kosovaro classe 2006, già tra i migliori interpreti del ruolo lo scorso anno, ha giganteggiato al centro della difesa, imponendosi nel gioco aereo e sfruttando al meglio la protezione offerta dai braccetti Soldani e Carrieri. Una sicurezza che spiega perché il Bari abbia deciso di puntare ancora forte su di lui, resistendo alle offerte estive. Fondamentale anche il lavoro degli esterni di centrocampo: Spadavecchia, più offensivo, ha spinto e trovato il gol dell’1-0; Sassarini, più difensivo, ha garantito equilibrio e copertura, limitando gli uno contro uno sulle corsie. A completare l’opera, i cambi: Martire ha firmato l’assist, Montagna ha chiuso i conti in contropiede con freddezza e personalità, Sidibè ha dato vivacità e presenza in attacco.
Dietro a questo castello difensivo c’è la mano di Michele Anaclerio. Ex difensore biancorosso con un passato in Serie A, oggi guida la Primavera con lo stesso spirito: compattezza, appartenenza, sacrificio collettivo. Dalla panchina è un condottiero che telecomanda i suoi, corregge e incita, trasmettendo quella baresità che lui stesso ha rivendicato al momento del suo arrivo in panchina. Il risultato è una squadra che in casa soffre poco e in trasferta esalta le proprie caratteristiche, lasciando sfogare l’avversario e colpendo in ripartenza. Al Ferdeghini è andata così: muro eretto dietro, cinismo davanti, tre punti pesanti e la conferma che la miglior difesa del torneo parla ancora barese.