PAROLA AGLI ALLENATORI: DOMENICO ZITO U17 REGGINA

Oggi è il turno nella nostra rubrica domenicale di Domenico Zito, tecnico della formazione amaranto che milita nel Girone C.
05.02.2023 18:30 di  Alessandro Fontana   vedi letture
PAROLA AGLI ALLENATORI: DOMENICO ZITO U17 REGGINA

Buongiorno Domenico e grazie mille per la disponibilità. Vuoi parlarci di come sei arrivato a fare l’allenatore e di quale è stato il tuo percorso?

“Ho avuto un percorso da calciatore dilettante, giocando nelle varie categorie fino alla Serie D. Una volta appesi gli scarpini al chiodo ho iniziato ad allenare nel mio paese a livello giovanili sempre nei dilettanti. Ho fatto un po’ di gavetta con varie categorie di ragazzi e poi è arrivata la chiamata della Reggina e da 16 anni a questa parte ora alleno gli amaranto. Sono passato dai giovanissimi regionali agli allievi allenando diverse annate e vivendo i vari momenti della società, dall’era del Presidente Pasquale Foti fino ad oggi con la nuova proprietà con il Presidente Marcello Cardona”.

Qual è il risultato migliore che ti senti di aver raggiunto in così tanti anni di militanza sulla panchina della Reggina?

“A livello puramente calcistico e di campo diciamo, sicuramente la finale scudetto con la categoria Allievi nella stagione 2014/15. Per come la vedo io però, il vero risultato di un settore giovanile che lavora con lungimiranza non è un trofeo in bacheca ma vedere i ragazzi che alleni ogni giorno e con cui condividi un percorso arrivare a giocare nei professionisti. Altro motivo di orgoglio è quando i ragazzi che hai avuto vengono riconosciuti non solo come ottimi calciatori da un punto di vista tecnico o tattico, ma anche come persone con valori e comportamenti sempre adatti alla situazione. Ti rendi così conto di quanto il tuo lavoro come allenatore sia stato efficiente”.

Stando così tanto in una società hai avuto modo di vedere l’evoluzione del settore giovanile e di conseguenza anche dei ragazzi. Com’è cambiato il calcio in questi anni?

“Ho vissuto gli anni d’oro della Reggina, quando eravamo protagonisti a livello giovanile e ogni anno sfornavamo talenti per il calcio professionistico. Anche a livello societario c’era il diktat di puntare sui ragazzi per creare valore poi sia per la prima squadra sia per eventuali trasferimenti, che producevano vere e proprie plusvalenze, per citare un tema di attualità calcistica. Purtroppo poi abbiamo avuto diversi problemi a livello societario e il settore giovanile è stato un po’ lasciato a se stesso essendoci altri tipi di problemi da dover sanare per poter continuare a esistere come società. Fortunatamente quest’anno è arrivata una proprietà con idee ben chiare e se posso anche lungimiranti. Sono stati fatti investimenti importanti anche a livello di scelta di figure fuori dal campo e di uomini che hanno avuto trascorsi importanti in società di blasone. Questa nuova era della Reggina ha come uno degli obiettivi principali l’investimento nel settore giovanile e ci sono state dati i mezzi per poter rendere al meglio. Crediamo che i giovani siano una risorsa fondamentale per crescere come movimento, non solo qui a Reggio ma anche in Italia. Guardando, ad esempio, in Europa ci sono diverse società che hanno già iniziato questo percorso, facendo esordire e giocare in Champions League ragazzi del 2003 o del 2004. È una questione culturale e di fiducia nei propri ragazzi, in Italia facciamo ancora fatica purtroppo. Non dobbiamo copiare dagli altri, ma prendere lo spunto e declinarlo secondo il nostro calcio, che non è peggio o meglio, semplicemente diverso”.

Hai una filosofia di gioco precisa che cerchi di trasferire ai tuoi ragazzi?

“In questi anni non mi sono mai limitato a intestardirmi su un modulo o su un sistema di gioco piuttosto che un altro. Per come vedo io il calcio a livello giovanile le due parole chiave sono: allegria e spensieratezza. Questi ragazzi hanno già diverse pressioni, anche extra calcistiche, e quindi quando giocano devono divertirsi. Quando poi saranno adulti e diventeranno professionisti lì cambierà il focus e la vittoria diventerà l’obiettivo principale. Nei loro anni di settore giovanile, i ragazzi devono semplicemente giocare a calcio e migliorare in maniera naturale. Bisogna permettere loro di sbagliare, che in Italia sembra diventato impossibile. Pensiamo che già a 17/18 anni un ragazzo sia un calciatore completo e quindi debba rendere, per esempio, come uno che ha 30 anni e da 10 fa il professionista. L’unica cosa che cerco di trasferire ai ragazzi che ho il privilegio di allenare è quella di non affidarsi mai al caso. Ogni singolo deve essere rapportato con il collettivo, non dimenticando mai che il calcio è uno sport di squadra e non individuale. La squadra deve funzionare in modo da poter permettere ad ognuno di esprimere il proprio talento. Privilegio molto l’aspetto tecnico e insegno sempre ai miei ragazzi l’importanza della scelta, sono loro in campo che devono sapere quando e dove dare una palla, non solo come darla”.

Ti ispiri a un allenatore in particolare?

“Direi di no. In tutti questi anni ho avuto la fortuna di conoscere molte persone e tecnici e ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, sia i colleghi di altre squadre sia i responsabili e i dirigenti con cui ho avuto la fortuna di condividere una parte del mio percorso di allenatore. Ho cercato di carpire loro idee sul calcio, ma poi ho sempre preferito usarle come spunti e declinarli secondo quella che è la mia visione e i ragazzi che alleno”.

Qual è il compito di un allenatore di settore giovanile oggi?

“Come già detto prima, far divertire i ragazzi perché non dobbiamo dimenticarci che vengono da due anni di pandemia nei quali non hanno potuto giocare e quindi hanno bisogno e voglia di esprimersi e divertirsi. Noi allenatori dobbiamo ricordarci che siamo al loro servizio, e non il contrario, e che è meglio far crescere un giovane adulto con valori e principi sani rispetto a una vittoria in un torneo del quale non interessa nulla a nessuno. Devono avere la spensieratezza necessaria per poter crescere in maniera tranquilla e godersi appieno il percorso nel settore giovanile”.

Ringraziamo Domenico Zito per il tempo che ci ha concesso e da parte de La Giovane Italia un grosso in bocca al lupo per il girone di ritorno del campionato Under 17, che potete seguire settimanalmente su tutti i nostri canali social.