L'intervento di Paolo Ghisoni a Maracanà

Il direttore de La Giovane Italia è intervenuto a TMW Radio. Ovviamente, argomento principale la sconfitta in finale degli azzurrini contro l'Uruguay.
13.06.2023 19:45 di  Simone Cristiano   vedi letture
L'intervento di Paolo Ghisoni a Maracanà
© foto di instagram (@azzurri)

Come ogni martedì pomeriggio, il nostro direttore Paolo Ghisoni è stato ospite a Maracanà, consueto appuntamento di TMW Radio, per approfondire alcune tematiche relative al calcio italiano.

Tema principale della discussione la sconfitta dei ragazzi di mister Nunziata in finale contro l'Uruguay, squadra sulla carta più forte della nostra.

"Chi ha criticato la partita disputata dall'Italia, molto probabilmente non si è accorto che abbiamo giocato contro una squadra assolutamente più forte, fatta di ragazzi molto più avanti rispetto ai nostri, con una qualità e con una fisicità importantissima. Una squadra che per sei partite nel mondiale non ha mai preso gol, esclusa la sconfitta con gli inglesi. Partita nettamente dominata dall'Uruguay".

“Noi non abbiamo mai tirato in porta. Abbiamo fatto fatica a giocare nella loro metà campo più di cinque minuti. Alla fine, è necessario sempre analizzare la partita e non il risultato. Nonostante si giocasse su un campo indegno, l'Uruguay ha veramente dimostrato una qualità superiore. Ogni tanto bisogna dire “sono più forti”. È un mezzo miracolo quello che siamo riusciti a fare arrivando in finale. Se poi avessimo portato i 2003 che adesso sono in nazionale Under 21, tipo Gnonto e Scalvini, probabilmente avremmo avuto una formazione ancora più forte, ma non è un caso che il miglior portiere del mondiale sia Sebastiano Desplanches, che gioca in una società di Serie C che quest'anno ha chiuso al quattordicesimo posto; non è il caso che tanti giocatori che si sono rivelati al calcio internazionale non ci stiano nel campionato italiano: uno su tutti Casadei. Ci sono delle scelte, dei valori e dei livelli che vanno riconosciuti”.

“Qual è l’indicazione migliore che è arrivata dall’Italia? Il movimento. L’indicazione è che c’è di base una amalgama tra giocatori di primissima fascia, come Casadei, di seconda fascia, come Baldanzi piuttosto che Prati o Ambrosino e di terza fascia. Di terza fascia vuol dire che giocano in Serie C e faccio l’esempio di Ghilardi, Guarino o Giovane che ha disputato un mondiale clamoroso. Alla fine, il movimento è in salute. L’unico problema è che sono ragazzi e adesso devono diventare uomini e giocare mondiali veri. E ancora, da questo punto di vista, non abbiamo un percorso adatto".

Nell'ultima parte della trasmissione, c'è stato il tempo anche di parlare di Davide Frattesi, che nella prossima stagione potrebbe cambiare casacca.

"Frattesi lo vedrei bene ovunque. È uno di quei giocatori che ha il maggior tasso di qualità sia in campo che fuori anche come valori, vicinanza e amicizia a persone che magari sono in difficoltà. Per me Frattesi è un trascinatore, ed è destinato ad essere uno dei centrocampisti più forti in Europa. Lui ha fatto un percorso che già lo scorso anno poteva portarlo a Roma. Secondo me gli potrebbe far bene un’esperienza all’estero. Davide in Italia sta perdendo tempo. Cioè, la scelta che aveva davanti era una scelta di cuore. Lui, prodotto della Roma, è andato a farsi le ossa in piazze importanti dimostrando sempre di essere un giocatore sopra categoria anche se aveva 18-19 anni e centrando, guarda caso, due promozioni con Empoli e Monza. Adesso a Sassuolo in due anni ha dimostrato di essere uno dei prospetti più ricercati".