Sono LGI Sport perché...

Perché credo nella valorizzazione del calcio giovanile e perché si tratta di un'occasione unica, in un ambiente speciale
25.08.2022 12:00 di Edoardo Ferrio   vedi letture
Sono LGI Sport perché...

Sono Edoardo Ferrio, scoutista LGI per il Veneto, referente del ranking di Serie A-B-C, giornalista. Sono LGI sport perché... A dire il vero ci sono tanti motivi.

Sono venuto a contatto con La Giovane Italia nel corso di un corso da cronista e telecronista sportivo a Macerata. All'epoca stavo cercando di dare una direzione alla mia vita professionale e avevo bisogno di stimoli. A darmeli fu la persona che mi ha condotto dentro al mondo del calcio giovanile, Vittorio Scarpelli, un bravo giornalista e un uomo dalle qualità umane eccezionali, che durante la sua lezione all'interno del corso ci raccontò di come il progetto LGI fosse iniziata quasi dieci anni prima, della trasmissione su Sky Sport, dell'approccio che La Giovane Italia voleva portare al mondo dei giovani calciatori, un approccio che puntasse a mettere in luce i talenti sparsi sul nostro territorio senza scadere nella superficialità. Annotatomi immediatamente il contatto di Vittorio, iniziò una corrispondenza che mi portò in fretta ad essere il referente del ranking Under 17 per quella stagione e che mi catapultò nel mondo de La Giovane Italia.

A convincermi, di quello che Vittorio disse a me e a tutti gli altri studenti del corso, fu l'importanza che deve essere data allo sviluppo dei nostri giovani e dei nostri vivai. Io credo in un calcio fatto di programmazione, che formi i ragazzi non solo da un punto di vista atletico e sportivo, ma anche educativo e scolastico; credo che l'Italia, come fucina di talenti, non sia inferiore a nessuno, ma che per far emergere i nostri ragazzi sia necessario investire su di loro, in denaro ma anche in tempo. La Giovane Italia aiuta a fare in modo che anche questi ragazzi vengano messi in luce. Far emergere le qualità del “Made in Italy” calcistico è una delle missioni, forse la più importante, de La Giovane Italia. Non possiamo ovviamente dirigere in primi i vivai, ma sicuramente possiamo mettere in luce chi si spende quotidianamente per i nostri ragazzi.

Ecco, se da un lato c'è una “missione” da compiere, dall'altro invece è l'ambiente ad essere la grande risorsa della struttura LGI. In questi tre anni sono entrato a far parte di una squadra composta da professionisti e che mi ha valorizzato, sia come giornalista che come professionista, che mi ha supportato fornendomi le competenze che mi mancavano in alcuni campi e che ho contribuito io in prima persona a crescere. Raramente, lo dico senza alcun tipo di servilismo, mi sono sentito apprezzato sui miei posti di lavoro, mentre invece a La Giovane Italia colleghi e superiori si sono sempre spesi per me, quando me lo meritavo, e ritengo che, come noi dobbiamo valorizzare i giovani, essere valorizzati all'interno di una squadra di lavoro sia altrettanto fondamentale.  Paolo Ghisoni, Silvio Broli, Luca Pellegrini, Rosario Buccarella, Simone Cristiano, Alessandro Merlo (e mi perdonino gli altri, che non vorrei che il pezzo diventasse un elenco di nomi): lavorando fianco a fianco con queste persone vi renderete conto di quanto sia speciale la realtà del calcio giovanile.

Lavorare in LGI è un'occasione unica, che vi porterà a parlare con giocatori, ex calciatori, dirigenti, ragazzi, colleghi dalle grandi qualità e che vi porteranno su quel lato oscuro del calcio italiano che deve mettersi al centro del nostro movimento. Non lasciatevi sfuggire la possibilità di entrare in un mondo che vuole che il calcio italiano faccia dei passi in avanti invece che indietro!