Angelo Londrillo: gavetta, modelli e idee nel settore giovanile del Pescara

Il Responsabile del Settore Giovanile del Pescara ci racconta l'importanza di avere una base di studi e teoria per migliorare la pratica.
12.09.2022 18:00 di  Stefano Rossoni   vedi letture
Fonte: Diego D'Avanzo
Angelo Londrillo: gavetta, modelli e idee nel settore giovanile del Pescara

Prima di arrivare al Pescara hai studiato, campo e libri che vanno di pari passo.

"Penso siano entrambi di grande importanza. Ho studiato “Scienze Giuridiche, Economiche dello Sport e delle Imprese Sportive” per tre anni all’Università di Teramo. Dopodiché ho conseguito la specialistica in “Management dello Sport e delle Imprese Sportive. Queste sono capacità che mi hanno certamente aiutato nel mio percorso in Serie D alla Renato Curi Angolana e poi nel Pescara".

Sei arrivato giovane all’attività di base nel club abruzzese, quali ragazzi hai visto andare nel professionismo ad alti livelli?

"Tra i ragazzi presenti nel professionismo posso citare Marco Delle Monache, classe 2005 ceduto alla Sampdoria ma ancora in prestito da noi al Pescara. Ha disputato diverse presenze in Lega Pro durante l’annata 2021/2022 a soli 17 anni. Un altro profilo è quello di Lorenzo Peschetola, ala classe 2003 che nel 2015 è stato ceduto all’Inter. In questa stagione 22/23 sta invece giocando al Foggia in Lega Pro. Ricordo che ad ogni allenamento si faceva un’ora di macchina all’andata e al ritorno. Tra gli altri possiamo citare Marco Pompetti, classe 2000 trasferitosi all’Inter e che ora gioca in prestito al Sudtirol.
Dei calciatori che sono andati via dopo la retrocessione del 2021, posso citare Diego Ripani alla Juventus, Lorenzo Romani alla Fiorentina e Davide Balleello che ha fatto l’annata 21/22 al Bologna U17 campione d’Italia. Ora però è tornato al Pescara per la stagione 22/23 in Primavera".

Il tuo modello di Settore Giovanile, come dovrebbe essere?

"Nel mio modello di settore giovanile le società dovrebbero essere classificate in un Ranking in base a dei criteri oggettivi: strutture, qualità dello staff, centri medici a disposizione, qualità della vita che offrono ai calciatori e, infine, anche in base ai risultati.
Dal punto di vista più “morale”, un settore giovanile deve essere anche un riferimento per il territorio. Noi in Abruzzo siamo praticamente soli e quindi possiamo scegliere tra molti ragazzi, allo stesso tempo noi dobbiamo avere rispetto per loro e per tutta la regione, di modo da offrirgli la possibilità di spostarsi con facilità".

Quindi, il concetto di vittoria quanto è importante nel settore giovanile?

"La sua importanza aumenta al crescere dell’età, soprattutto in U19. Nelle categorie U17, U16 e U15 le vittorie impreziosiscono l’immagine di tutti: società, ragazzi e allenatori; però non sono il fulcro dell’attività. Difatti questi sono discorsi sottesi, quando vado al campo non parlo mai di “vittoria” in senso assoluto: né con gli allenatori né con i calciatori".