Il talento non ha età: l'Italia di Favo punta ancora sui più giovani

Confermata la tendenza dello scorso anno: nella rosa attuale degli Azzurrini spiccano infatti le presenze di Elimoghale e Arena.
22.05.2025 11:30 di  Stefano Rossoni   vedi letture
Il talento non ha età: l'Italia di Favo punta ancora sui più giovani

Agli Europei Under 17, l’Italia conferma la linea tracciata lo scorso anno: puntare con convinzione sui giovani più promettenti, anche quando questi sono anagraficamente “in anticipo” rispetto alla categoria. Se nel 2024 furono ben quattro i classe 2008 protagonisti del trionfo continentale, vale a dire Longoni, Natali, Camarda e Campaniello, anche quest’anno il CT Favo ha deciso di dare continuità a questa "filosofia", convocando due classe 2009: Elimoghale e Arena.

La tendenza è chiara e rappresenta molto più di una semplice curiosità statistica. È la testimonianza concreta di un progetto fondato sulla valorizzazione del talento, a prescindere dall’età. Non è un caso che gli Azzurrini, già capaci di dimostrare grande compattezza nel corso del primo girone di qualificazione, abbiano deciso di inserire alcuni '09 che hanno già dimostrato di poter incidere anche contro avversari più grandi. Ne è un esempio proprio Elimoghale: l’attaccante della Juventus ha segnato due gol decisivi contro Ucraina e Croazia nel mese di marzo, contribuendo in maniera decisiva all’accesso alla fase finale. Oltre a lui e Arena, citiamo altri volti aggregati all'Italia Under 17 durante l'anno: Costoli, Del Fabro e l'ultimo, Diop, inserito tra i pre-convocati agli Europei.

Guardando al quadro generale delle partecipanti, l’Italia si conferma ancora ai vertici in questa speciale classifica. Solo due Nazionali hanno portato con sé più sottoetà: si tratta di Francia e Repubblica Ceca (nostra avversaria di martedì), entrambe con tre giocatori classe '09. L’Inghilterra si ferma a uno solo, mentre Portogallo, Germania, Belgio e Albania non ne hanno convocati affatto.

Questi numeri non sono casuali e ci aiutano a leggere in profondità il tipo di lavoro che si sta portando avanti a livello federale. Non si può parlare naturalmente di un “azzardo”, ma di una strategia costruita con logica e continuità, che parte dai club e trova coerenza nelle scelte delle selezioni nazionali. Elimoghale, infatti, è già protagonista nella Juve Under 17, mentre Arena ha già esordito in Serie C col Pescara, confermando quanto sia importante dare ai talenti esperienze sempre più formative, senza aspettare che siano “pronti” in senso stretto.

Il coraggio, in questi contesti, spesso fa la differenza. E può diventare un elemento decisivo non solo per il risultato sul campo, ma soprattutto per la crescita futura dei ragazzi. Proporli in sfide di altissimo livello significa responsabilizzarli, accelerarne il percorso e prepararli con maggiore efficacia al salto tra i grandi. L’esempio dello scorso anno è sotto gli occhi di tutti: quei quattro sotto età furono parte attiva del successo europeo. E oggi, molti di loro sono ormai punti fermi nei rispettivi club, in categorie superiori alla loro età. Campaniello, che parteciperà anche agli Europei di quest'anno, ha debuttato in A; Longoni e Natali giocano con Under 20 e Under 19 mentre Camarda (che aveva già esordito nella stagione 2023/2024) si è diviso quest'anno tra Serie A e C.

La direzione, quindi, resta quella giusta: investire sui giovani, dare loro fiducia, credere nelle qualità più che nei numeri sulla carta d’identità. Gli Europei Under 17 non sono (solo) un torneo per vincere, ma una palestra d’élite per formare i "campioni del domani". E l’Italia, questo, sembra averlo capito bene.

Che questo nuovo percorso possa rivelarsi altrettanto fruttuoso di quello passato, questo è il nostro augurio. Ma una cosa è certa: la strada intrapresa è senza dubbio quella giusta.