Dallo Scudetto all’Almanacco: quanti ex LGI nel Napoli campione d'Italia

Il Napoli ha conquistato il quarto scudetto della sua storia. La vittoria per 2-0 contro il Cagliari ha sancito il trionfo aritmetico della squadra di Antonio Conte, che ha chiuso la stagione in vetta con merito e continuità. Un successo costruito passo dopo passo, tra gioie e avversità ed un motivo di orgoglio anche per noi, perchè porta con sé anche un pizzico di Giovane Italia.
Sì, perché tra i volti protagonisti di questo tricolore ci sono numerosi ex LGI: giocatori che abbiamo raccontato nei nostri almanacchi quando erano ancora nelle giovanili, selezionati perché già allora si distinguevano tra i migliori talenti d’Italia.
Si parte dalla porta, dove la presenza LGI è totale: tutti e tre i portieri della rosa azzurra sono passati per La Giovane Italia. Il primo è Alex Meret, apparso per la prima volta nell’edizione 2014-2015. Classe 1997 già stabilmente nella Primavera dell’Udinese, dove giocava sotto età, e nel giro delle Nazionali giovanili. Alex Brunner, preparatore dei portieri a Udine, lo definiva già “un talento naturale”.
Il secondo è Simone Scuffet, un anno più grande, anche lui cresciuto a Udine e presente già nell’almanacco 2013. Era stato uno dei protagonisti dell’annata 2010-2011 dei Giovanissimi Nazionali dell’Udinese ed era stato convocato in azzurro per la prima volta nel 2011. Due su due, entrambi cresciuti nel vivaio friulano.
Il terzo è Nikita Contini, classe 1996, già all'epoca di proprietà del Napoli. Fece il suo esordio nell’Almanacco 2015-2016, mentre era in prestito alla SPAL. L’anno prima era stato il titolare della Primavera partenopea, prima di partire per Ferrara alla ricerca di minutaggio e continuità.
Anche in difesa non mancano gli ex LGI. Uno dei pilastri del Napoli di Conte è stato Alessandro Buongiorno. Nonostante alcuni stop fisici, il centrale classe 1999 ha confermato la sua importanza nel pacchetto arretrato. La sua prima apparizione nell’almanacco risale all’edizione 2017-2018: era uno dei più giovani nel Torino Primavera 2016-2017, ma già allora impressionava per mentalità e solidità. Federico Coppitelli, suo allenatore in granata, lo definiva un difensore moderno, con margini di miglioramento evidenti e costanti.
Sulle fasce c’è un altro nome che affonda le radici nella storia della Giovane Italia: Leonardo Spinazzola, classe 1993, fu tra i primi a comparire nei nostri almanacchi. All’epoca era un attaccante esterno nelle giovanili della Juventus, dotato di grande velocità e abilità nell’uno contro uno. Era stato paragonato a Cristiano Ronaldo per lo stile di gioco, prima di completare la trasformazione nel cursore affidabile che è oggi.
A centrocampo si fa notare un nome giovanissimo: Luis Hasa, classe 2004, presente nell’edizione 2021-2022 dell’Almanacco. Non è mai sceso in campo in questa stagione, ma ha fatto parte della rosa scudettata, vivendo il trionfo da protagonista silenzioso.
Nel reparto offensivo torna un altro classe 1993, Matteo Politano. Cresciuto nella Roma, era stato inserito nei nostri almanacchi come esterno offensivo mancino, bravo nel rientrare sul piede forte. Alberto De Rossi, allora allenatore della Primavera giallorossa, lo descriveva come un talento cristallino ma con la tendenza a isolarsi dal gioco. Col tempo, Politano ha completato la sua crescita diventando un attaccante completo e facendo della fase di non possesso una sua qualità assoluta e fondamentale per il gioco di Conte.
Chiude il cerchio Giacomo Raspadori, classe 2000 e uno dei volti simbolo del Napoli campione. Inserito nell’Almanacco 2018-2019, quando giocava nella Primavera del Sassuolo, era già considerato un attaccante maturo, intelligente e duttile. Nella voce dedicata a lui si parlava di un “ragazzo di altri tempi”, con la testa da giocatore vero. La stessa testa che ha messo a disposizione di Conte nella volata scudetto, risultando decisivo nei momenti chiave.
Dalla porta all’attacco, passando per difesa e centrocampo: sono tanti i volti del Napoli campione che, prima ancora di diventare grandi, erano già stati riconosciuti come promesse del calcio italiano. Ed è per questo che, oggi, anche La Giovane Italia può dirsi parte, seppur in piccola misura, di questa festa azzurra.